domenica 12 novembre 2006

Istanbul 3

L'Hammam era uno di quelli costruiti 500 anni fa per volere del Sultano tal dei tali e ci sono finito deliberatamente dopo attente ponderazioni.
Una volta dentro, l'inserviente, il mio massaggiatore nonche' boia, dopo avermi preso a secchiate d'acqua in faccia, mi ha dato una vigorosa strofianta con una saponetta di servizio e un guanto ruvido. Poi lo smilzo mi ha fatto uno sbrigativo massaggio e mi ha fatto sdraiare sul pavimento di marmo: a questo punto mi e' salito sopra e si e' fatto una passeggiatina fra i miei polpacci e la mia schiena, mentre la sotto io credevo che mi uscissero i polmoni dalle orecchie fra uno scrocchio e l'altro.
Poi simpaticamente mi ha ripreso a secchiate in faccia e mi ha detto di continuare da solo ad insaponarmi, e a tirarmi l'acqua in faccia, di farmi una doccietta e, uscendo, di dargli una mancietta speciale per il suo servizio (you tip my serviss...guardandomi con aria minacciosa).
A quel punto ho deciso che dovevo tirare fuori tutta la mia lunga esperienza in fatto di bagni turchi e saune e cosi' mi sono stravaccato sulla calda superficie di marmo sotto la fonte di calore, mentre tutt'attorno energumeni in asciugamanino adamitico venivano strofinati abbondantemente e con cura e devozione dai loro grassi massaggiatori.
Ho praticamente ripetuto il ciclo (da solo) piu' volte, con calma, senza fretta. Il posto e' sicuramente piacevole ed e' bello apprezzare le linee architettoniche delle volte e delle nicchie.
Alla fine mi sono portato nella mia stanzetta personale, e mi sono sdraiato sul mio lettino, avvolto dai teli che un altro inserviente mi ha attorcigliato addosso.
Prima di andare a dormire mi sono poi andato a mangiare una scodella di verdure in un piatto di terracotta e a sorseggiare la birra locale (basta ciai per oggi) in un pub turistico li vicino

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