martedì 14 novembre 2006

Fujairah e Ajman

Anche ieri notte addormentarsi e' stata molto dura: data la musica proveniente dal bar dei piani bassi nel mio letto sembrava di essere nel centro di un festeggiamento beduino dopo una battaglia vinta contro la tribu' vicina! Le danze sfrenate e i bagordi sono durati fino alle tre di notte, ora in cui ho potuto prendere in considerazione l'idea di addormentarmi.
Al mattino, cosi', contrariamente alle mie buone intenzioni (di cui sono lastricate le vie dell'inferno - come dice un mio amico), mi sono alzato tardi e a forma di polpetta.
E' stato complicato raggiungere la stazione dei Minibus, ma alla fine, dopo due corse di taxi, ce l'ho fatta.
Arrivato a Fujairah, proprio durante l'ora di pranzo locale (le 14.00), ho deciso di fermarmi a mangiare un boccone anch'io, anche perche' fuori si moriva dal caldo. Il ristorante era sullo stile del "mio preferito" di Dubai, ma ho provato un piattone di pesce nascosto dentro il riso: per digerire questa volta ho ceduto alla Pepsi (qui infatti offerta al posto dell'amaro o del limoncello per digerire).
Ho poi chiamato Mohammed che mi e' venuto a prendere in macchina, accompagnata dalla sua bella bimba di 3 anni dagli occhi grandi e vispi. Siamo andati a casa sua dove mi hanno offerto una tazza di the al latte molto dolce (forse latte condensato) davanti alla televisione in arabo: gli ho chiesto io di accenderla perche' mi ha incuriosito il grande schermo applicato sul davanti, simile a quelle lenti che venivano messe una volta sui vetri posteriori degli autobus per ingrandire la visuale posteriore. Lo usano infatti per ingrandire l'immagine, risulta cosi' come se la TV fosse dentro un acquario, molto curioso... A prendere il the c'erano anche gli altri due figli, di 16 e 13 anni, che, dietro solleticazioni da parte mia, sono arrivati ad ipotizzare che il KFC (kentucky fried chicken) fosse Italiano (come la Ferrari, gli spaghetti e la pizza...).
Poi, mentre uscivamo, e' comparsa la moglie di Mohammed, una signora con un bel sari colorato, a cui, per galanteria, ho provato stringere la mano, ma questa si e' subito ritratta impanicata, e, rivolgendomi un piccolo inchino a mani giunte, si e' defilata in un altro stanzino: insomma, alla fine, devo perfezionare solo un po' le mie conoscenze del bon ton nel mondo arabo-idiano, ma con la pratica si impara.
Dopo il nostro meeting in ufficio e dopo un giro all'animato mercato del pesce, mi ha accompagnato, assieme alla bimba, al taxi collettivo, che mi ha condotto fino ad Ajman, altro Emirato, in cui ho trovato alloggio all'ultimo piano di un albergo con vista mare, in cui campeggia all'ingresso una gigantrogafia della Mecca. Anche qui cena indiana, ma, questa volta, vegetariana.
Domani incontrero' un po' di vecchi amici.

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